Mediazione Familiare
È nata negli Stati Uniti intorno agli anni ’70 e da allora ha avuto un grande sviluppo ed una rapida espansione anche in Europa. Il modello originario si è evoluto nel tempo, influenzato sia dai contributi degli studiosi appartenenti a diverse epistemologie, sia dagli utenti a cui è stato rivolto: l’applicazione della mediazione in situazioni che esulano dalla separazione, contesto elettivo entro il quale si è sviluppata, ha permesso di consolidare e dimostrare la sua efficacia nelle problematiche di ordine sociale. Il modello teorico di riferimento dell’I.Te.R. è l’approccio sistemico – relazionale e pertanto, l’intervento di mediazione proposto, affronta i “contenuti” ma opera un significativo cambiamento nelle “relazioni” e rientra in quei modelli che sottolineano l’importanza della riorganizzazione delle familiari e della elaborazione dell’esperienza separativa o conflittuale come presupposto indispensabile per raggiungere accordi di ordine pratico, che durino nel tempo e che garantiscano la stabilità degli affetti per i figli. La definizione di Mediazione adottata dall’I.Te.R. parte dalla premessa che “il conflitto è l’enzima del cambiamento” (Whitaker) e rappresenta la sintesi delle finalità principali di un intervento che, nella propria complessità, investe contemporaneamente più sistemi e pertanto deve necessariamente utilizzare linguaggi e modalità operative differenziate, per perseguire le seguenti finalità:
- Creare connessioni tra diversi sistemi
- Favorire la nascita di una visione più ottimistica degli eventi conflittuali
- Facilitare la comunicazione tra i componenti coinvolti
- Ascoltare le esigenze di ciascuno al fine di individuare soluzioni ch risultino efficaci per tutti
La Mediazione è: “tecnica finalizzata al superamento del conflitto utilizzata per favorire l’evoluzione degli individui, sostenendo la crescita differenziata di ciascun membro della famiglia, nel rispetto delle sue esigenze e della sua personale fase di sviluppo”.